In mostra dal 27 Maggio al 27 Novembre 2022
È stata inaugurata oggi, Venerdì 27 Maggio 2022, nella sede del Museo della Mille Miglia (viale della Bornata, 123), la mostra “TIFO E MOTORI DELLA VITTORIA. DALL'ALFA ROMEO ALLA FERRARI, LE MILLE MIGLIA DEL 1932 E DEL 1952”, che resterà in esposizione fino al 27 Novembre 2022. Al taglio del nastro sono intervenuti: Maria Bussolati, Direttore Museo della Mille Miglia; Aldo Bonomi, Presidente Aci Brescia; Paolo Mazzetti, curatore della mostra e Consigliere Delegato Club della Mille Miglia; Elena Pala, curatrice della mostra e membro Comitato Scientifico Museo della Mille Miglia e Maurizio Veggio, Direttore territoriale Lombardia Est e Triveneto BPER Banca.
La mostra - a cura del Comitato Scientifico del Museo Mille Miglia e sponsorizzata da ACI Brescia, da BPER Banca e dalle aziende Ambrosi, Beretta, Estral e Streparava – è incentrata sulle due edizioni della Freccia Rossa, rispettivamente del 1932 e del 1952. Il visitatore avrà la possibilità di compiere un salto indietro nel tempo, da un lato per ripercorrere le fasi palpitanti delle gare, dall’altro lato per rivivere la Brescia negli anni del Ventennio e nell’avvio del “miracolo economico”. Nella prima sala del percorso è ricostruita la storia della VI edizione della Freccia Rossa tra gigantografie di fotografie d’epoca, pannelli esplicativi bilingue e moderni espositori. Un’occasione unica di ammirare cimeli e documenti di novant’anni fa conservati presso l’archivio storico sia del Museo, sia di altri enti di conservazione nazionali (dal Mart di Rovereto al Vittoriale degli Italiani per arrivare all’Archivio Eni di Roma). Per il felice esito dell’allestimento fondamentale è stata la collaborazione con la Fondazione Negri di Brescia che ha messo a disposizione il suo prezioso patrimonio storico-fotografico.
Sarà possibile approfondire vari aspetti legati al “tifo a motore”: dalle vicende delle macchine alla ribalta dei piloti, gli “assi della grande fondo”; dall’organizzazione della gara al riverbero della Freccia Rossa, che si allungava attraverso l’Italia per mille miglia, dilagando ovunque (un consenso che non si è mai sopito nel corso di quasi un secolo). Il percorso espositivo allarga lo sguardo anche al contesto sociale, economico, politico e al costume di allora per meglio cogliere le relazioni tra questi ambiti solo apparentemente non connessi: dal decennale della “rivoluzione fascista” alla presenza in gara di figure femminili, dal ruolo del regime nello sport ad aspetti di costume legati ad esempio alla Taverna delle Mille Miglia o alla figura di Nuvolari, da spettacoli di respiro internazionale in cartellone a Brescia (si pensi alla presenza di Joséphine Baker al Sociale) al tentativo di una controcultura non irregimentata in città.
Nella seconda sala, il visitatore è catapultato nelle fasi concitate dei preparativi della XIX edizione della Freccia Rossa e dello svolgimento della stessa. Dopo un lungo e pesante intervallo imposto dalla seconda guerra mondiale, la Mille Miglia riprende a correre dal giugno 1947, «rinata come per incanto a restituire a Brescia un non dimenticato primato di coraggio, di iniziativa, di virtù organizzative». Brescia torna a essere la “capitale della Repubblica delle quattro ruote”. La manifestazione, disputatasi il 3-4 maggio 1952 sul percorso Brescia-Roma, vede la vittoria dell'equipaggio italiano costituito da Giovanni Bracco e Alfonso Rolfo su Ferrari. Inoltre, la seconda sala del percorso permette al visitatore di cogliere il sapore di quel periodo storico, coincidente con gli anni dell’avvio del cosiddetto “miracolo economico” e di approfondire, tra gli altri temi, la motorizzazione e il ruolo sociale dell’automobile nel dopoguerra. In un’Italia distrutta e divisa dalla guerra, la celebre Freccia Rossa col suo spettacolo itinerante di automobili rombanti contribuisce non soltanto alla conoscenza del paesaggio italiano, ma soprattutto alla diffusione del senso di appartenenza ad una stessa comunità.
Da giugno, infine, ad accogliere il visitatore nella prima sezione vi sarà un esemplare del modello di macchina che vinse la VI Coppa della Mille Miglia, ossia un’Alfa Romeo 8C 2300 Spider Touring. Mario Umberto Baconin Borzacchini e Amedeo Bignami si piazzarono al primo posto nel 1932 con un’Alfa Romeo analoga, coprendo l'intera distanza di 1639,7 km in 14 ore 55 minuti 19 secondi alla velocità media di 109,884 chilometri orari. Questa vettura sarà data in prestito dal Museo dell’Automobile di Torino grazie alla proficua collaborazione stretta da tempo dalla direttrice del Museo Mille Miglia, Maria Bussolati, con i vertici del Mauto.